Il Maggiore Zanotti e il Tenente Cecora. La resa del “Pontida”

Non per tutti fu onore………..

Mi è giunta ieri una memoria difensiva presentata dai difensori del Maggiore Carlo Zanotti al processo intentato contro di lui nell’immediato dopo guerra.
Il Maggiore Zanotti comandava il Battaglione “Pontida”, accasermato nella nostra città nella caserma “La Marmora” al Piazzo.
Fatte salve le evidenti necessità difensive, descrive il Maggiore come un soggetto totalmente prono alle necessità partigiane, sostanzialmente imbelle e costante sabotatore della lotta al ribellismo e al collaborazionismo con i tedeschi e le autorità fasciste.
Questa descrizione purtroppo è confermata dai fatti e si spinge fino all’ammutinamento dal suo comando degli ufficiali del reparto e dell’intera truppa.
Il Maggiore Zanotti viene quindi esautorato dal comando durante la ritirata verso Vercelli e non parteciperà alla nefasta resa della colonna a Castellazzo Novarese alle formazioni partigiane.

Ma la validità del rapporto sta nella descrizione dell’atteggiamento del Tenente Carlo Cecora, della sua acerrima opposizione alla resa, che porterà fino alla destituzione del Maggiore Zanotti.

Il Cecora, del quale ho già ampiamente tratteggiato la figura, conserverà un atteggiamento risoluto per tutta la ritirata e solo di fronte alla minaccia di ritorsioni verso i numerosi famigliari e bambini al seguito, accetterà la resa ai garibaldini.

Cecora subì un martirio premeditato, a guerra finita, che è difficile persino descrivere compiutamente nelle righe di un semplice scritto……….

Zanotti fu presto liberato……….ma soprattutto sulla sua coscienza gravano le morti di quanti, all’interno del suo reparto, persero la giovane vita, furono feriti, presi prigionieri, brutalizzati, torturati, ebbero comunque la loro esistenza sconvolta e segnata…………mentre lui trattava nascostamente con gli avversari, sabotava le loro azioni, preparava la propria resa e la conseguente salvezza

In prima fila, a destra, il Maggiore Carlo Zanotti.

Primo a destra in piedi il Tenente Carlo Cecora.