L’IMPEGNO E LA MOSTRA “BRICIOLE DI PANE”

Non amo criticare il lavoro altrui, anzi ho fatto tesoro in questi anni di quanto pubblicato dai fautori della resistenza, consultando centinaia di articoli ed acquistando circa 700 volumi che trattano l’argomento.
Ma questa foto, pubblicata sulla rivista “L’IMPEGNO”, organo ufficiale dell’ ISTITUTO PER LA STORIA DELLA RESISTENZA NEL BIELLESE, NEL VERCELLESE E IN VALSESIA, denuncia una superficialità che non può essere taciuta.
L’articolo “Briciole di pane” pubblicato all’interno del n°2 del dicembre 2013, illustra il contenuto della mostra organizzata nella sede della Biblioteca Civica di Varallo con il patrocinio della Città di Varallo, della Regione, dell’Associazione partigiani e dell’Istituto della resistenza.
Nel tentativo di glorificare la componente femminile all’interno delle formazioni partigiane, vengono pubblicati brani, testimonianze ed immagini tratte dagli archivi dell’Istituto.
Ma la foto in calce illustra ben altra drammatica situazione.
Due sorelle biellesi, delle quali è nota l’identità, vengono interrogate in un bosco dalla banda di partigiani del luogo che le ha rapite.
L’accusa è rappresentata da una lettera intercettata in cui le sorelle mettono in guardia i militi fascisti in merito alla situazione che si è venuta a creare in paese.
Nessuna delazione specifica, nessuna richiesta di intervento.
La due sorelle vengono processate da quel tribunale improvvisato, condannate a morte e ferocemente soppresse a pugnalate per non causare rumore.
Anche gli assassini sono riconoscibili nelle foto.
La superficialità e la convinzione di non poter essere criticate, ha evidentemente spinto le autrici a confondere l’immagine di una vittima con quella dei loro carnefici.
Incredibilmente e colpevolmente con la supervisione dei loro responsabili editoriali.