La giovane pettinatrice.

Oggi sono arrivato ad un’altra storia……..

La ragazza aveva due anni in meno di mia madre, era del 1928 tra i 16 e i 17 anni.
Si chiamava Carla Tagliabue e faceva la pettinatrice, viveva con la famiglia al quartiere del Borgo Nuovo a Biella.
La sera del 9 marzo 1945, alle ore 21, fecero irruzione nella sua abitazione tre uomini armati, col viso coperto da una maschera nera.
Si qualificarono come partigiani, dichiarando i loro nomi di battaglia, e specificando di appartenere alla V Divisione Garibaldina “Piero Maffei”.
Prelevarono la ragazza perchè sospettata di essere una delatrice, e per fare ciò vinsero la resistenza dei poveri genitori che implorarono, piansero, si opposero con la forza, ben sapendo qual’era la fine riservata a quel tipo di accusati.
In realtà Carla aveva intrecciato un’innocente relazione con un giovane milite repubblicano……. e questa era la sola sua colpa.
Fu condotta in un tratto oscuro di via Delleani e li probabilmente a lungo interrogata, vista la distanza dell’ora del prelevamento da quella del colpo di pistola udito nella notte.
Fu trovata dai passanti all’alba, in un lago di sangue.
Il colpo l’aveva colpita alla gola e poi era stata finita spietatamente a pugnalate.

I tedeschi, nell’impossibilità di trovare i colpevoli, condannarono a morte tre partigiani catturati nei giorni precedenti con le armi in pugno, e li fucilarono il 13 marzo sul muro del cimitero cittadino.
Una lapide è stata apposta a loro memoria.

Carla era fidanzata a uno squadrista della BN di Novara e sul cadavere scoperto il giorno dopo il sequestro fu rinvenuto un cartello con scritto “Così muoiono le spie e i traditori della Patria – 75° Brigata di Assalto Garibaldi Piero Maffei – Distaccamento Loss”, Tribunale di Torino, sezione istruttoria Mazzo 343/240 . (contributo di Norberto Bergna)