I partigiani all’Albergo Savoia ad Oropa ed alla Baita Amici

Nel giugno 1944 le formazioni partigiane biellesi rioccuparono l’albergo Savoia, la stazione a monte delle funivie di Oropa e l’allora rifugio Monte Mucrone.
Già nell’ottobre 1943 il luogo era stato teatro dell’ammassamento dei primi militari che cercavano di sfuggire ai rastrellamenti tedeschi, ed in quel luogo erano avvenuti processi e condanne a morte dei primi collaboratori fascisti.
Nel luglio 1944 i tedeschi decisero di attaccare il comando garibaldino del Savoia, ed i partigiani si ritrovarono i nemici, nel cuore della notte, all’interno della struttura.
Un breve conflitto a fuoco ed una fuga precipitosa al buio, inerpicandosi sulle pendici della montagna, fino ai passi più prossimi ed alla vicina Valle d’Aosta.
I tedeschi non li inseguirono.
Si limitarono a danneggiare l’impianto dello slittone che conduceva gli sciatori alla Bocchetta del lago, pensando che potesse servire ai partigiani per spostare uomini e materiali nella vicina Valle Elvo.
Molti di loro trovarono rifugio nella fotografata Baita Amici, sulle sponde del Lago della Barma, e le cronache ce li descrivono sfiancati e feriti ricoverati all’interno di questa struttura.
Tra loro anche un giovanissimo Francesco Barbera, lo scultore Sandrun, che aveva appena aderito alle formazioni partigiane.