DAMIE MI

Questa mattina, mentre viaggiavo all’alba in direzione di una desolata pianura, ho ripensato alle parole pronunciate da un ex partigiano che ho intervistato qualche settimana fa.
Siamo nel 1944, nell’alta Valsessera, sede di un importante comando della 2° Brigata Garibaldina biellese.
Il nostro testimone E……, alle dipendenze del Commissario di Brigata DOMENICO BRICARELLO “Valter”, stringe amicizia con due giovani prigionieri fascisti, due toscani della sua stessa età che sono stati catturati dal reparto partigiano nel corso di un’azione.
Ma il reparto deve ritirarsi verso la Valsesia e allora E….., prevedendo il drammatico epilogo degli eventi, parla al suo comandante :
“Sent Valter, si dui matoc damie mi …….Ai pens mi a lor”
(Senti Valter, questi due ragazzi dammeli a me ………Penso io a loro)
Ma il Bricarello :
“E…… rasuna, si dui chi han sciarà tuc. Puduma nen laseie liber”
(E…… ragiona, questi due hanno visto tutti. Non possiamo lasciarli liberi)
Il giorno appresso i due ragazzi erano scomparsi, soppressi ed inumati in qualche radura di alta montagna dove probabilmente riposeranno ancora ai giorni nostri.
Ma quel “DAMIE MI” pronunciato a 75 anni di distanza ha il sapore di un rimorso mai sopito, di quei volti che affiorano prepotentemente nella coscienza di un uomo.
Si perchè se riflettiamo con profondità su quei fatti, quei ragazzi avevano forse creduto ad un’ideologia perdente, forse erano solo accorsi per riscattare un’onor di Patria, forse avevano solo ubbidito ad una chiamata di leva, ma c’erano affetti a casa che li aspettavano, un padre, una madre, fratelli distrutti dal dolore, c’era tutta una vita futura che li attendeva, una moglie, dei figli, opere e onori che avrebbero saputo faticosamente conseguire, ed è davvero imperdonabile che tutto ciò non si sia potuto realizzare, due vite spezzate nell’indifferente routine della crudeltà umana.
E ancora nella memoria di E…… risuona quel “DAMIE MI”, purtroppo tristemente pronunciato invano.