CHISSA’ COSA PENSA UN PRIGIONIERO.

Chissà cosa pensa un prigioniero quando viene catturato da una massa di uomini animati dal solo desiderio di vendetta.
Sa che ogni argomentazione sarà comunque vana, che la razionalità e la giustizia in quei frangenti saranno totalmente offuscati.
Confida forse nella sua buona sorte, nell’intervento di qualcuno, magari di quelli che lui stesso ha salvato o di quelli che realmente conoscono le sue vere colpe.
Oppure fa ricorso al suo innato spirito di sopravvivenza, al suo coraggio sfrontato, alla sua astuzia per ingannare il nemico, per giocarlo ancora una volta in quei gravi frangenti.
O più probabilmente attende rassegnato il suo destino, quasi augurandosi di accelerarlo, di chiudere finalmente il capitolo di quelle brutture, di quelle tragedie.
Ogni volta, nelle varie centinaia di casi che incontro, mi sorprendo a riflettere sui loro pensieri, sui loro ultimi istanti di fronte a quella totale sconfitta.
Lo sguardo è quello degli ultimi istanti, quasi un messaggio al nostro indirizzo di futuri sconosciuti testimoni.
“Sono ancora qui, sono ancora vivo e mi ritengo innocente.
So che tu non puoi aiutarmi, ma mi stanno fotografando e
devo farmi forza per essere dignitoso.
So che con questa immagine dovrai ricordarti di me”.