PADRE BARNABA PIVANO

Nel pomeriggio del 26 aprile 1945 in alcuni quartieri di Vercelli c’era ancora la presenza di tedeschi e fascisti, mentre in zone contigue erano già giunti i partigiani.
A intervalli si udivano colpi di pistola o di armi automatiche, seguite poi da minuti di pesante silenzio.
Fu in quel clima che un giovane militare tedesco, forse ancora diciottenne e probabilmente ignaro degli ultimi avvenimenti, in bicicletta risaliva dal fondo di viale Rimembranza.
Sul viale non c’era nessuno.
A un tratto, all’incrocio con via Libia, il giovane militare fu raggiunto da alcuni colpi sparatigli a bruciapelo, e rovinò a terra dove giacque ferito gravemente.
Dalle case vicine udirono distintamente gli spari, ma nessuno osò avventurarsi all’aperto per soccorrerlo.
Passarono diversi minuti, quando apparve sul viale la bianca figura di un sacerdote, un padre domenicano che stava rientrando dal cimitero di Billiemme ove aveva accompagnato una sepoltura.
Era padre Barnaba Pivano, allora Parroco di S. Cristoforo.
Per lui vedere il giovane militare morente e immediatamente cercare di soccorrerlo, fu tutt’uno.
Corse da un vicino fioraio, si fece prestare un carretto di legno a due ruote, tornò al ferito e da solo, con grande fatica, riuscì ad adagiarvelo e s’incamminò verso l’ospedale.
Padre Barnaba Pivano, nativo di Sordevolo, dopo un’esperienza lavorativa come operaio tessile in uno stabilimento del biellese, aveva avvertito la chiamata al sacerdozio ed era entrato nell’ordine domenicano.
Qualche mese più tardi, a guerra ormai finita, Padre Barnaba rientrò una sera in convento pesto e sanguinante.
Aveva subito un’aggressione da parte di alcuni sconosciuti che lo avevano percosso duramente apostrofandolo come “fascista” e “amico dei tedeschi”, riferendosi chiaramente al soccorso da lui prestato al giovane militare tedesco morente.
Si seppe in seguito che il Padre aveva riconosciuto uno dei suoi aggressori ma sempre si rifiutò di denunciarlo.
da “A Vercelli negli anni di guerra …” di A. Ruffino
(in foto alcune tombe di militari tedeschi al cimitero di Biella)