Mio padre, le foibe e i caduti dimenticati.

Mio padre, prima della guerra, fu inviato in Istria a comandare un plotone di alpini veterani che presidiavano il territorio in funzione anti partigiana.

Già allora i partigiani comunisti titini osteggiavano la presenza italiana e spesso mio padre si trovava all’alba con qualche soldato assassinato, evirato o soffocato a testa in giù nelle latrine del campo.

Poi venne la guerra, la sconfitta e, per gli italiani dell’Istria, la tragedia delle FOIBE.

Questa mattina al TG ha parlato un rappresentante istriano che ha dichiarato che con la Giornata della Memoria si ricordano non solo gli italiani crudelmente infoibati, ma tutti i dispersi di cui è ignota la sepoltura.

E allora ho pensato ai tanti caduti, militari e civili, uomini e donne, giovani e vecchi il cui cadavere è stato frettolosamente sepolto senza una croce ai limiti di un bosco, sull’argine di un torrente, in un alpeggio dimenticato di montagna.

Il nostro biellese pullula di tali sepolture, frutto di una guerra civile spietata, dimentica dei più semplici sentimenti umani, ottenebrata dall’odio politico e dal desiderio di vendetta.

A loro oggi va il mio pensiero.

Ovunque essi siano la loro memoria non deve essere dimenticata.