IL MAGGIORE EDOARDO MORO

Ugo Mosca nel suo libro “Biella nel 900” riporta la storia del Maggiore Edoardo Moro, pluridecorato combattente della 1° guerra mondiale, grande mutilato di guerra e presidente dell’associazione combattenti della nostra città.
Tra gli infiniti casi di fascisti perseguitati e trucidati a guerra finita, Mosca decide di parlare di Moro sia per l’evidente incolpevolezza del personaggio sia per il relativo buon esito della sua vicenda.
Per completezza riporto l’episodio del primo comizio improvvisato del nascente Partito Fascista, nel 1921, quando Edoardo Moro prese la parola sotto i portici del Comune di Biella ed a causa dell’attacco degli estremisti rossi, “le sue medaglie passarono un brutto quarto d’ora”.
Poi un ventennio dedito all’insegnamento, l’adesione più ideale che concreta del vecchio combattente al fascismo repubblicano,…… l’arresto, le percosse, la paventata fucilazione e la reclusione in campo di concentramento.
Mi sono ricordato di possedere la gavetta che l’ha accompagnato durante la detenzione a Coltano.
Si tratta di una gavetta tedesca, precedentemente posseduta da un soldato meno fortunato di lui.
Moro ha cancellato il nome del tedesco e vi ha inciso ordinatamente il suo, la data di reclusione…….vi ha apposto il monogramma che soleva scrivere sui suoi libri, il suo numero di prigioniero…….
ed a cavallo di un fiore ha riportato il suo incrollabile convincimento “Dio e patria”.
Federico Zorio, Mara Cucco Rigola e altri 10