Il libro

E’ giunta l’ora di dare alcune brevi delucidazioni agli amici che mi seguono sulle pagine di questo social.
Il mio libro nasce dalla constatazione che la storia del biellese nel periodo che va dall’8 settembre 1943 fino al 25 aprile 1945, sia stata poco e parzialmente raccontata nelle opere precedenti.
Principalmente il materiale prodotto sia dai singoli reduci partigiani, che dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e dallo strutturato Istituto Storico della Resistenza, ha trattato l’argomento con evidente spirito di parte omettendo molti significativi episodi che ai nostri giorni possono consentirci di avere una chiara ed obiettiva visione del periodo.
Quindi, dopo avere letto tutti i testi prodotti nel corso degli anni dalla parte vittoriosa, mi sono indirizzato ai documenti d’archivio (sia fotografici che cartacei) ed all’unico settimanale biellese pubblicato in quel periodo che trattasse diffusamente, giorno per giorno, dei tragici fatti che caratterizzarono la locale guerra civile, e cioè “ Il Lavoro Biellese”.
Proprio ieri, un commento piccato ad un mio post, affermava che: “In quel periodo a Biella usciva anche “il Biellese” (che dal 24 luglio al 25 novembre 1943 fu l’unico giornale pubblicato sul territorio); “Il Lavoro Biellese” (novembre ’43 – aprile ’45) era il settimanale della federazione fascista repubblicana di Vercelli per la zona del Biellese (quindi un “tantino” di parte)”
Voglio quindi spiegare che “Il Lavoro Biellese” usciva in quel periodo e quindi chiaramente era l’organo ufficiale di chi governava la città, ma trattandosi di notizie di cronaca certo non poteva riferire fatti troppo difformi dalla realtà.
Inoltre ho sempre cercato di verificare personalmente le notizie con fonti archivistiche, testimonianze, fotografie ed i miei lettori credo ormai si siano abituati a tale metodologia.
“Il Biellese” invece, settimanale di ispirazione cattolica tollerato dalla Repubblica Sociale Italiana, parlava ogni giorno, ed in piena guerra civile che mieteva quasi quotidianamente decine di vittime da ambo le parti, di visite pastorali, di carità del Vescovo, di gare di bocce, di semina delle patate, di notti di preghiera, relegando a piccoli trafiletti le poche notizie delle efferate uccisioni e relative rappresaglie.
Quindi la scelta è stata obbligata.
In passato le notizie pubblicate su “Il Lavoro Biellese” sono state trascurate dagli storici, il volume difatti è quasi intonso mentre gli altri giornali sono distrutti dalla consultazione, ed addirittura ho scoperto che, essendo la raccolta quasi esclusiva della nostra biblioteca, alcune pagine scottanti e non gradite sono state sapientemente eliminate in modo che non ne risultasse traccia.
Questa è la spiegazione.
A titolo esplicativo pubblico due numeri de “Il Biellese”.
Il primo è il numero di Venerdì 20 aprile 1945 e parla degli argomenti sopra riportati, il secondo è quello del 4 maggio 1945 ed improvvisamente si scopre una vena patriotica, perfettamente ed abilmente sopita nei lunghi mesi precedenti.