Il bombardamento

23 agosto 1944………
I biellesi si sono convinti che la loro città resterà immune dai pesanti bombardamenti che investono in quei giorni le altre città italiane.

Si dice che gli anglo-americani non attaccheranno.

Biella non ospita importanti installazioni militari e solo la Piaggio, sfollata da Pontedera, svolge una limitata produzione bellica.

Inoltre la popolazione si è convinta che i comandi partigiani, presenti su tutto il territorio limitrofo, proteggano la popolazione civile dal pericolo di un bombardamento a tappeto.

Quel giorno invece Biella venne sorvolata verso le 17 da imponenti formazioni di bombardieri.

Le cronache giornalistiche narrano che dopo lo stupore ci fu un fuggi fuggi generale, carrozzine che venivano spinte di corsa, civili che cadevano per precipitarsi nei rifugi, biciclette che sfrecciavano per cercare un riparo.

Gli aerei luccicanti invece proseguirono la loro corsa e scaricarono le loro bombe sull’ignaro paese di Ponte San Martino (come si diceva allora)…………..
provocando la distruzione dell’antico piccolo paese, 130 morti, di cui 40 bambini, e più di 300 feriti.

Fra questi feriti anche due biellesi, i sordevolesi Giuseppe Ronchetta di 59 anni ed il nipote dodicenne.

 

Riassunto dell’articolo comparso sul n°40 del 30 agosto 1944 del settimanale “Il lavoro biellese” : ““L’urlo delle sirene”. Cronaca di un allarme aereo sulla città di Biella nella scorsa settimana. Al suono delle sirene molti cittadini proseguivano le loro occupazioni incuranti dell’allarme, nella convinzione che la nostra città, priva di installazioni militari ed amica degli inglesi essendo quartier generale dei patrioti, fosse al sicuro da ogni ipotesi di attacco. Al rombo dei veivoli però si scatenava un fuggi fuggi generale della popolazione. I “liberatori” però si allontanavano in direzione di Ponte San Martino, altra località valdostana priva di installazioni militari, e la bombardavano pesantemente devastandola. Si richiama la popolazione biellese al rispetto delle disposizioni di sicurezza in caso di allarme aereo. Firmato Alfer.” Siccome in un commento si è parlato di possibile deformazione ispirata dalla propaganda, non credo che l’unico settimanale, assiduamente letto dai cittadini biellesi, potesse riferire di un sorvolo di aerei quando questo non si fosse verificato. Probabilmente, vista la vicinanza delle località, un volo ad alta quota ha potuto essere segnalato anche dal capoluogo biellese.

Nel n°41 del 5 settembre 1944 invece il settimanale “Il lavoro biellese” parla del primo bombardamento aereo effettuato sulla città di Biella, con tanto di due donne ricoverate per ferite nel nosocomio cittadino : ” La prima incursione aerea sulla nostra città. Domenica scorsa alle ore 23, apparecchi isolati nemici hanno sorvolato la nostra città sganciando spezzoni incendiari sulle regioni periferiche con danni trascurabili. Il Prof. Baronio si portava immediatamente sui luoghi colpiti accompagnato dal Commissario prefettizio Trabucco. Colpiti alcuni fabbricati posti nei pressi del parco di San Gerolamo. Cinque spezzoni hanno colpito la villa “Ghiron” ed altri sette nei pressi della via Arnaldo Mussolini. Nel territorio di Pralungo venivano colpite due donne, Natalina Biella e Maria Frasson, ferite agli arti e ricoverate in ambulanza presso il nosocomio cittadino.” Naturalmente non so se questo risulta negli archivi alleati, ma mi pare difficile non ritenere attendibile questa descrizione.