CANDIDA JOLE

Come possa una candida ortensia illustrare un drammatico racconto della guerra civile, lo scoprirete in calce allo scritto.
Jole era una ragazza semplice, lievemente ritardata di mente, ma questa sua caratteristica certo non limitava la sua solarità, la sua innata bontà e la fiducia che lei riservava ad ogni abitante del paese, tutti la conoscevano e la trattavano con comprensione come accadeva un tempo in ogni piccola e affiatata comunità.
Viveva sola con la madre poichè il papà era mancato ed il fratello da mesi prigioniero in Germania.
Il tram bianco rientrava la sera dalla città carico di pendolari.
I partigiani lo bloccarono poco prima del paese, salirono e chiesero i documenti ai passeggeri.
Jole parlava con difficoltà, in modo un po’ biascicato, ma subito spiegò che aveva rinnovato la tessera ma che bastavano pochi passi e la Noemi (l’incaricata dell’anagrafe) avrebbe consegnato il documento e confermato la sua identità.
Uscì quindi accompagnata da due garibaldini, ma giunta in prossimità del Comune, nonostante le sue proteste, i due ribelli la trascinarono via, la sollevarono da sotto le ascelle e la mia testimone la vide per l’ultima volta sgambettare freneticamente nel tentativo di liberarsi.
Questa immagine della giovane Jole le rimase impressa in modo indelebile per tutta la vita.
Nessuno la vide mai più.
Si dice che la lasciarono morire dopo averla usata una notte intera.
Anche il suo corpo non fu mai più ritrovato.
La mia testimone ricorda come la madre avesse incontrato un giorno la Jole con delle ortensie in mano e si fosse complimentata per la bellezza dei fiori.
Qualche giorno appresso la Jole si era presentata con un’intera pianta di quei fiori in regalo, e la madre l’aveva piantata con successo nel giardino di casa.
L’ortensia è ancora viva e rigogliosa dopo tutti questi anni, a ricordarci la crudeltà umana e l’innocenza degli animi semplici.
Che tu sia finalmente felice ……….CANDIDA JOLE.