UN RUDERE DI UN’ANTICA CAPPELLA PERSO NEL BOSCO.

A monte dell’abitato di Driagno della frazione di San Paolo Cervo, percorrendo una piccola deviazione del sentiero E 13 che sale in direzione dell’alpe Campello, si giunge ad una sella costellata di massi erratici dove sorge una cappella diruta, denominata Madonna della Guardia o della Sella.
Il luogo doveva essere un tempo quasi totalmente privo di vegetazione e godeva di un ampio e rilassato sguardo sulla valle del Cervo e sulle alture circostanti.
Qui era stata edificata in tempi remoti dapprima una piccola cappella circolare e poi un ampliamento ottagonale dotato di due finestre laterali, una porta ed un pronao con due rustiche colonne in pietra volgente a nord.
All’interno della struttura, ormai quasi completamente crollata, si scorgono ancora tracce di affreschi alle pareti, frammenti di paesaggi bucolici e la chiara immagine di un lupo con le fauci spalancate.
Una piccola pedana in legno è ancora ricoverata in posizione verticale, addossata alla parete terminale della cappella.
Presenta due scalini e un rialzo scolpito al centro sul quale credo si trovasse una scultura lignea della Madonna.
Il cancello di ferro riporta il monogramma mariano, mentre le inferiate delle finestre giacciono abbandonate all’esterno.
Grazie ad alcune preziose foto del 2012 dell’amico Corrado Martiner Testa, ho potuto leggere particolari costruttivi ormai irrimediabilmente persi nel colpevole abbandono.
A terra, sul lato sinistro dell’ingresso, una pietra con infissa la parte iniziale di una ipotetica croce di ferro forgiato, che ho immaginato potesse essere stata anticamente collocata sulla cuspide del tetto.
Purtroppo non ho reperito ulteriori notizie sulla storia di questo manufatto, ne dalla consultazione di testi ne dall’interrogazione degli appassionati del luogo.
La presenza dell’iconografia del lupo potrebbe far pensare ad una grazia ricevuta o ad una richiesta di protezione dagli attacchi di questi animali, ma senza riferimenti specifici queste non restano che affascinanti suggestioni.
Rimane il rammarico per la scomparsa di tante intriganti testimonianze artistiche delle nostre vallate.
Consiglio agli amici una visita al luogo prima che il tempo cancelli totalmente questo atto di fede.
(allego uno scarso bozzetto realizzato sul posto della pianta e della immaginaria struttura di un tempo)
da un commento di Riccardo Mazzuchetti

L’ultimo lupo è stato catturato nella seconda metà del XIX proprio in questa zona. Scascia lu è lo stranom degli abitanti di Driagno. Dalla sella il sentiero prosegue incontrando le cascine chiamate der damin dove è possibile vedere ancora lo spiazzo dove un tempo si ballava. La mulattiera fatta costruire dal Magnanin ( cav Giovanni Magnani benefattore del municipio di San Paolo) prosegue fino alla sua tenuta di caccia ….catuin ad dsora. Anch’essa abbandonata. Appena più sopra le cosidette luere d’an catuin, dove venivano tese trappole per i lupi e dove probabilmente essi vivevano. Ecco forse a cosa il dipinto dell’edicola si riferisce