In morte di Severino Castagneri, il musicista cieco di Pollone.

C’è un libro…….”Cento anni del Bollettino Parrocchiale di Pollone” che racconta la storia di questa comunità partendo dal lontano gennaio 1911.
Conosco gli autori e so che si sono spesi in lunghe e faticose ricerche per reperire notizie e immagini a corredo dell’opera.
Quindi non so se deve essere attribuito a loro o allo stesso estensore dei bollettini, ma ho trovato due notizie relative al 1945 che necessitano di essere commentate, rettificate ed infine riportate correttamente per semplice verità storica.

Per parlare della prima riporto fedelmente la fumosa descrizione del fatto pubblicata sul libro :

“Decesso di Severino Castagneri di Osvaldo a soli 20 anni, mancato il 18 gennaio.
La sua dolorosa fine, avvenuta sulla strada Vandorno-Cossila, va considerata partendo dalla sciagura che lo aveva colpito bambino rendendolo cieco d’ambo gli occhi.
Finchè era fanciullo e giovinetto essa era resa tollerabile dalle premure dei suoi cari, dalla benevolenza di tutti i pollonesi, specie delle famiglie benestanti che l’hanno avuto caro e lo hanno incoraggiato largamente negli studi di pianoforte e organo in cui prometteva assai bene, tanto che spesso suonava l’organo nelle nostre funzioni.
Sui 18 anni la troppo sviluppata costituzione fisica, il carattere pronto e focoso, le rinunzie cui lo costringeva la sua condizione lo hanno indotto, contro le insistenze della sua esemplare famiglia, a un tenore di vita che non era per lui e che lo ha portato ad amare conseguenze”.

Ecco invece i fatti.

Severino Castagneri, suonava la fisarmonica per tutti, anche a Biella in feste popolari, anche per i fascisti e per i tedeschi.
Casualmente tempo fa ho reperito una sua foto mentre suona di fronte ad un sottufficiale germanico.
Nonostante la sua condizione di cieco totale, fu accusato di fare la spia e riferire ai comandi repubblicani, ed una sera, di ritorno in solitudine verso il suo paese, fu atteso all’incrocio dei “Gallinit”, sotto la collina della Burcina, e freddato con alcuni colpi di pistola.
Il luogo dell’agguato è quasi una firma dell’omicidio, in quanto in quello stesso luogo, solo due giorni prima era stata uccisa la sedicenne Maria Laura Bellini, colpevole di essere la figlia di un milite della Brigata Nera, evidentemente difficile da stanare.
L’autore di entrambi gli orrendi ed ingiustificabili delitti era il partigiano Vincenzo Biscotti di Pollone, vice comandante della 2° Brigata Garibaldina.

Ma quello che fa più male è il tono del ricordo che ne fa il libro citato.

Chiunque lo rilegga non può non notare la difficoltà di ammettere questo atto ingiustificabile.

La morte di un ragazzo inerme, di venti anni, brancolante di fronte al suo assassino.

Vilipeso anche nel ricordo…………. purtroppo da un’intera comunità.