IL MARTIRIO DEL TENENTE RAVIGLIONE

Già quando ci caricarono sul camion iniziarono i primi maltrattamenti.
Cito il caso del Tenente Raviglione che ebbe le mani legate con fil di ferro e poi percosso a sangue.
Giunti a Vercelli a molti di noi ci fecero alzare in piedi e i partigiani di scorta gridavano :
“Questa è la carne che va al macello”.
Entrati nell’Ospedale Psichiatrico trovammo il resto della brigata partigiana e lì tutti gridavano per la gioia di avere nelle mani il Tenente Raviglione.
In un secondo momento ci riunirono tutti in un grande camerone, ben presto il bianco pavimento di marmo diventò rosso del nostro sangue.
Il Raviglione fu preso e portato via da solo.
Dopo poco sentivamo forti grida di dolore, un partigiano lì presente ci disse che lo stavano tagliando a pezzi.
Non avendolo visto personalmente non so se ciò risulta a verità.
Una cosa è certa, che fu ucciso.
(dal settimanale “Fracassa” del 04/03/1949 pag. 3 Testimonianza di un sopravvissuto alla Strage di Vercelli)