Il corpo di Maria Laura Bellini

La bambina vide per prima quella macchia nera al centro della strada.
Laddove il tracciato abbandonava l’incrocio per spingersi in leggera pendenza verso Pollone, un fagottino nero affiorava sulla neve appena caduta.
Federica reggeva per mano il piccolo “raminin” col latte appena munto, acquistato coi buoni della tessera, nell’altra stringeva la mano della mamma che in quel momento ebbe un sussulto e s’irrigidì.
Dalla strada di fronte giungeva l’Ingegner Mosca e la mamma gli disse :
“C’è qualcosa ingegnere in mezzo alla strada”.
“Guardo io signora che ho in tasca una torcia”.
Federica si nascose dietro la gonna della madre, ma nel trambusto successivo non poté non vedere.
La ragazza era pallida, vestita di rosa.
I capelli neri scivolavano da un lato del capo, adagiati nel bianco.
Una borsetta socchiusa e pochi oggetti sparpagliati.
Un viso da bambina e un piccolo foro al centro della fronte……
e Federica mai la dimenticò.
( Questo è il racconto fattomi questa sera del ritrovamento del corpo di Maria Laura Bellini di 16 anni, uccisa al Vandorno di Biella il 14 gennaio 1945 dai partigiani al solo scopo di colpire il padre milite fascista)