DON GIUSEPPE VERNETTI SU CARLO GATTONI

Oggi alla ricerca di tutt’altri documenti, mi sono imbattuto in un articolo del febbraio 1944 a firma di Don Giuseppe Vernetti , che annunciava la morte dello scultore Carlo Gattoni di Cossato. Il critico d’arte biellese tratteggia la figura dello scultore del ferro, ne illustra il carattere scontroso, la maestria, le importanti commesse, la conoscenza con D’Annunzio. Proprio per farne dono al Vate gli era stata commissionata una spada in ferro e, accompagnato dall’industriale committente, si era recato personalmente al Vittoriale per consegnarla al poeta. D’Annunzio seppe affascinare il fabbro con parole infuocate e ricambiò con il dono di una tunica che Carlo avrebbe indossato mentre creava le sue opere. Scontrosissimo, viveva come amava lui stesso dire, in povertà romana e spesso si barricava in laboratorio apponendo un cartello sulla porta : “Oggi la nave salpa” e nessuno poteva entrarvi. Di barba e capigliatura rossiccia, di fisico tarchiato, lavorava di potenza piegando mirabilmente il ferro al suo estro. Alla fine vi apponeva un timbro molto raro di un’incudine sovrastata da una fiamma e questo significava che l’opera era di suo gradimento. Volontario di guerra, nonostante l’età già matura, moriva per le conseguenze di una malattia contratta sul fronte africano e questo non era da me conosciuto ed assente su tutti i rari riferimenti biografici. Sue opere sono presenti in vari cimiteri del circondario e chiese, i lavori più celebrati alla chiesa di Ponzone.
Mara Cucco Rigola, Patrizio Barbera e altri 2