I CARABINIERI FUCILATI AD ALAGNA

In questi giorni sto rileggendo un libro di Edgardo Sogno, partigiano monarchico di origini biellesi, a cui è stata nel dopo guerra conferita la Medaglia d’Oro della resistenza.
Ebbene Sogno descrive nelle pagine del suo scritto, la situazione venutasi a creare ad Alagna in occasione del grande rastrellamento italo – tedesco del luglio 1944.
In seguito alla partenza dalla Valsesia della Legione “Tagliamento”, i partigiani avevano progressivamente rioccupato l’intera valle, stanziandosi indisturbati fino ai confini di Gattinara.
Ma il 21 giugno una banda capitanata dal tristemente famoso comandante “Pesgu”, assalta la caserma dei carabinieri di Fara Novarese agevolata dal tradimento dell’intero presidio composto da una decina di carabinieri e da due marescialli.
Il solo giovane Tenente Ruggero Ravaglioli oppone resistenza ma viene convinto alla resa da uno dei marescialli traditori.
Pochi giorni dopo però le forze fasciste decidono di passare all’azione, giungono a Fara e fucilano alcuni presunti responsabili dell’attacco, poi risalgono la valle mentre le formazioni partigiane si ritirano dai paesi e dalle città, quasi senza combattere.
Sogno giunge ad Alagna in trasferimento dalla Svizzera, dove ha preso ordini dai comandi inglesi che foraggiano con armi e denaro gli uomini della resistenza.
Ci descrive un paese allo sbando, affollato di partigiani in fuga e privi di ordini.
Il comandante Moscatelli è disperso e si svolgono riunioni concitate per decidere il da farsi.
Si stabilisce di disperdersi in piccoli gruppi sulle montagne, ma molti partigiani non sono pratici del luogo e così gli 8 carabinieri traditori del presidio di Fara vengono catturati nelle vicinanze del paese.
Il giovane Tenente Ravaglioli nel frattempo è stato soppresso poichè nella fuga precipitosa sarebbe stato semplicemente d’impaccio, e il suo cadavere, sepolto in montagna, non verrà mai più ritrovato.
I fascisti fucilano quindi nei pressi del cimitero e della chiesa gli 8 carabinieri traditori e 7 partigiani catturati nei pressi con le armi in pugno.
Solo ad essi viene dedicata una targa ricordo a lato della chiesa.