Il tenente Giuseppe Mazzoni a caccia di “Gemisto”

“Io ho perso non solo la guerra, ma la mia città, la mia Dalmazia. Avevo giurato di vincere o di morire. Una guerra si può perdere, ma con onore, non servendo ed ossequiando il nemico. Noi non abbiamo tradito! Viva il Duce, viva l’Italia!”.

Tenente
GIUSEPPE MAZZONI
Teglio (SO) – 29 Aprile 1945

Già volontario universitario al 3°Granatieri di Sardegna, due Medaglie d’Argento al Valor Militare in Africa Settentrionale.

“Quando il Comandante Zuccari e i suoi Ufficiali scelsero, alla fine, di cedere le armi, Mazzoni non disse una parola, uscì insieme a tutti gli altri Ufficiali dalla stanza per raggiungere il proprio plotone. Radunò i suoi soldati, diede gli ordini di consegna delle armi in quel luogo e in quell’ora, senza tradire alcuna emozione particolare, quindi uscì fuori raggiunse uno spiazzo sotto un abete e si fece saltare le cervella con un colpo di pistola.”

Il Tenente Mazzoni partecipò alla fase investigativa ed all’agguato conclusivo che mancò per un soffio di eliminare il ricercatissimo comandante partigiano Francesco Moranino, alias “Gemisto”.
La vicenda ha dell’incredibile, è mi sono difatti ripromesso di verificare sul posto la dinamica dell’agguato.
Il combattimento avvenne a Curino, nella frazione Santa Maria l’8 maggio del 1944.
“Gemisto”, accompagnato da una poderosa scorta, fu braccato da pattuglie del 63° Btg. Tagliamento che vagavano nella zona travestite in abiti partigiani.
Una di queste segnalò il gruppo presso l’osteria di Santa Maria, la notizia giunse al comando di Pray ed immediatamente due pattuglie circondarono l’edificio.
Una di queste era comandata dal Tenente Mazzoni.
Il combattimento che ne seguì fu lungo e feroce e ci viene riportato da parte partigiana dal solo “Gemisto”, unico sopravvissuto del gruppo presente nell’osteria.
Fatto sta che tutti i suoi uomini perirono e solo lui riuscì miracolosamente a salvarsi.
Ferito in più punti riuscì, nella notte, a raggiungere una prima frazione, dove fu allontanato e gli fu rifiutato un bicchiere d’acqua, e poi finalmente l’abitato di Soprana, dove venne finalmente soccorso.

Qualcosa in questo racconto a mio parere non va……

Certo se Moranino fosse stato catturato, il movimento partigiano nel biellese avrebbe subito un grave contraccolpo e molte vicende successive sarebbero mutate.