VILLA SCHNEIDER. UNA BUFALA PERPETRATA DA 75 ANNI.

Succintamente, Villa Schneider, la “Villa delle torture”, nei cui “bui scantinati ebbero luogo sevizie e torture efferate”, emerge dai documenti processuali dell’immediato dopo guerra, con una connotazione del tutto diversa, abilmente sottaciuta ed alterata dai resoconti ufficiali.
Villa Schneider, dove durante la guerra risiedeva un piccolo nucleo investigativo della SD tedesca, era comandata da un Tenente di origini austriache di nome Schu (o Schun e Schuh), affiancato da pochi uomini italiani e tedeschi alle sue dirette dipendenze.
A Schu venne in mente di installare nella Villa una radio clandestina, denominata “Radio Baita”, che doveva svolgere un’attività propagandistica volta ad ottenere la resa, o quanto meno la non belligeranza, delle formazioni partigiane biellesi.
Affiancavano Schu l’ex squadrista e fascista Franco Boggio ed il sacerdote, giornalista e critico d’arte, Don Vernetti, che parlavano alla radio e preparavano le trasmissioni.
Don Vernetti e Boggio avevano contatti costanti con le formazioni partigiane, in particolare con un certo “Riccardo” alias Giuseppe Rissone, che doveva essere ben addentro alla resistenza tanto da organizzare vari incontri tra l’odiato comandante Schu e i massimi esponenti partigiani, l’ultimo dei quali si svolse a Pettinengo, nell’attuale Villa Bellia.
Presenziarono Schu, Boggio, Don Vernetti, “Lungo” (Silvio Ortona comandante 1° Zona Biellese), “Quinto” (Quinto Antonietti comandante Divisione Garibaldi e fucilatore del Prefetto Morsero), “Ulisse” (Domenico Marchisio comandante di Zona) e “Alba” (Ezio Peraldo comandante Polizia Partigiana Divisionale).
Potevano costoro essere all’oscuro delle eventuali torture perpetrate in Villa Schneider, tanto da trattare direttamente con il comandante Schu?
Non bastassero questi contatti, la Villa era costantemente ed incessantemente frequentata dai cittadini biellesi che peroravano la liberazione di loro famigliari, richiedevano permessi, ottenevano agevolazioni amministrative, ecc.
Con loro naturalmente anche le massime autorità cittadine, cito solo alcuni nomi : Don Ferraris, Don Golzio, l’Avvocato Boglietti, il Commissario Baldassarre Trabucco, il Commissario Di Giuda, il Commissario Di Nozza, il Cavaglier Pietro Torrione col fratello Carlo, Don Golzio, Don Luciano e Monsignor Carlo Rossi Vescovo di Biella.
Tutti costoro non si accorsero delle torture che venivano perpetrate nei sotterranei?
Ed ai processi del dopo guerra nessuna testimonianza attendibile di queste malversazioni emerse con chiarezza e con deposizioni attendibili?
Posso continuare e lo farò sicuramente, tanto l’argomento è sconvolgente e per contro ampliamente documentato.