UNA TESTIMONIANZA RELATIVA ALL’ECCIDIO DI MOTTALCIATA

Il racconto degli episodi della resistenza, analizzato con mente obiettiva, risulta spesso edulcorato per nascondere le maggiori efferatezze compiute dalle formazioni partigiane nei confronti di fascisti o di semplici inermi cittadini sospettati di connivenza, anche solo ideologica, con l’odiato nemico.
Ma sono numerosi i casi in cui l’alterazione della realtà aveva il solo scopo di nascondere atteggiamenti poco commendevoli o considerati all’epoca disonorevoli per il movimento resistenziale.
E’ il caso ad esempio dell’uccisione del comandante Nedo, di cui ho già parlato, o dell’agguato di Curino al comandante “Gemisto” di cui tratterò prossimamente.
Oggi voglio parlare di uno degli episodi maggiormente celebrati fra le stragi compiute dai fascisti nei confronti dei partigiani garibaldini : l’eccidio di Mottalciata.
In breve i legionari della Legione “Tagliamento”, guidati dal capitano Alimonda (a sinistra nella foto), nella cui compagnia militava il famoso attore Giorgio Albertazzi, con un’accurata operazione di “intelligence”, circondarono un intero distaccamento partigiano nelle cascine Mondovà e Caprera, sopraffandolo facilmente in quanto si dice i garibaldini fossero stati addormentati con del sonnifero introdotto nel vino ad opera di una spia.
In base alle disposizioni di guerra, i partigiani, in quanto catturati con le armi in pugno, vennero immediatamente e tragicamente fucilati.
Misterioso il motivo del trasferimento della banda nella zona di Mottalciata.
Ma oggi mi è capitato di leggere la testimonianza di un partigiano del tutto casualmente sfuggito all’agguato :
“Una sera una nostra pattuglia è andata a prendere una damigiana di vino a Mottalciata; noi non siamo potuti andare, perchè non avevano armi da darci, altrimenti io e il mio compaesano Dante, saremmo morti. Infatti qualcuno aveva messo nel vino del sonnifero.”