Una foto.

Avevi ancora quell’innocenza e quella curiosità negli occhi, il mondo intero era così limitato e così intrigante alla scoperta;
gli affetti erano esclusivi, sinceri, totali, ancora dovevi conoscere le delusioni, le sconfitte, i rimorsi;
le mani dovevano ancora conoscere ferite e fratture, la schiena le varie operazioni, il petto doveva ancora formare la sua forte deficienza toracica, i capelli dovevano ancora diradarsi e scurirsi, la barba crescere e poi screziarsi di bianco;
dovevi ancora formarti una conoscenza, una cultura, leggere storie che ti hanno inumidito gli occhi;
provare la sofferenza della perdita degli affetti più cari, irrimediabili, avvertirne il vuoto;
diventare padre, incamminarti con lei, in quell’affetto così totalizzante che tutto il resto sembra annullare;
la montagna, la maturità, la condivisione dei sentimenti;
e poi la fase del ritorno, dell’appagamento sottile, della consapevolezza.

Sei ancora qui ed io osservo profondamente il tuo sguardo.

Cerco di penetrare i tuoi pensieri d’allora.

Da quella foto sembra che sia tu a interrogarti su di me…….

Ora te lo posso dire Andrea………

la vita è veramente meravigliosa.