Partigiani e rivoluzione.

Ho letto abbastanza in questi anni, tra documenti, libri e testimonianze, per farmi un’idea generale della guerra civile nel biellese e dei suoi protagonisti.
Un mio amico, che ha recentemente pubblicato un libro sulla resistenza italiana, incentra la sua narrazione sui vari protagonisti partigiani, rei delle più efferate esecuzioni anche e soprattutto a guerra finita.
Devo dire che mi interessa davvero poco inchiodare i singoli partigiani alle loro pur terribili responsabilità.
Sono passati più di 70 anni dagli eventi e forse si sarebbe dovuto provvedere prima a perseguire questi assassini.
Ormai quasi tutti questi criminali sono defunti e quei pochi che sono ancora in vita sono miseri vecchietti spesso dalla labile presenza cognitiva.
Ma anche all’epoca erano solitamente uomini dalla scarsa cultura e sensibilità, invidiosi di quanti avevano avuto in passato posizioni economiche migliori delle loro.
Uccidevano per sete di denaro, per vendetta, per rivalse di paese, per invidie e gelosie da cortile, per perpetrare stupri, per dimostrare un potere che derivava dal terrore, dalla ferocia, dal possesso delle armi, dall’ideologia più bieca.
Mi sembra perciò inadeguato attribuire loro tanta importanza, potendo gli stessi figurare nella semplice e studiata categoria dei criminali seriali.
Diverso è il caso dei loro capi politici.
Di coloro che hanno organizzato e guidato con freddo calcolo ideologico la resistenza nel biellese.
Costoro hanno intessuto fatti e circostanze, ordinato omicidi e rappresaglie, eliminato avversari politici, anche all’interno della stessa resistenza.
Lo scopo era una rivoluzione mancata…………… ma quale è stato il prezzo di questa nefasta utopia?
P.S. La foto è attinente all’argomento trattato. Ritrae un partigiano biellese immortalato il giorno del conferimento della medaglia delle formazioni Garibaldi. Ma la medaglia viene attribuita nel 1947, ben due anni dopo il termine del conflitto. La grossa P 38, appesa alla cintura, è stata quindi conservata dal partigiano ed occultata in attesa di una ipotetica sollevazione rivoluzionaria.