Il milite Moglia…….non può.

Biella, piazza Quintino Sella, venerdì 4 maggio 1945.

Al centro, armato di mitra, Guglielmo Raviola nome di battaglia “Tifo”, comandante del battaglione partigiano “Gianni Crestani”.

Raviola dopo la guerra depose a favore del brigatista nero Aldo Moglia di Sagliano, accusato nel processo per collaborazionismo di ogni tipo di fantasiosa nefandezza.

Nella realtà si scopre la vera natura umana dell’imputato, dimostrando quindi che pur nell’incalzare degli eventi bellici, taluni sapevano conservare umanità e ragionevolezza.

“…..ed in così dire si prese la faccia tra le mani mormorando NON POSSO……..”

“…….il Moglia appoggiato al parapetto della strada ci gridò “UN GIORNO O L’ALTRO PER VOIALTRI IO DEVO ANDARE ALLA FUCILAZIONE”.