Il milite della strada Celestino Baragiotta

Quel giorno, il 1 settembre 1976, ero casualmente di passaggio con il mio “Ciao”.

Ai primi spari buttai il motorino a terra, attraversai la strada, e corsi in direzione di quell’uomo che ancora gridava.

Feci appena in tempo a scorgere la macchina che partiva a tutta velocità……….a terra un uomo in un lago di sangue.

Seppi solo dopo che si trattava del padre di un mio compagno di scuola….…….il vicequestore Francesco Cusano.

Il ricordo è bruciante, nonostante i tanti anni passati.

Viene risvegliato dalla lettura di uno dei tanti atti processuali che vado scorrendo, quello che si riferisce all’uccisione del milite della strada Celestino Baragiotta, avvenuta il 23 dicembre 1943 nei pressi di Pray.

Baragiotta fermò due giovani che procedevano in motocicletta diretti a Postua.

Chiese loro i documenti e per tutta risposta venne freddato a colpi di pistola.

Il compagno che era con lui, come nel caso di Cusano, venne solo ferito e si salvò.

L’istruttoria che aveva identificato il colpevole, venne chiusa nel 1948 con queste parole :

” Si ritiene che il fatto stesso possa considerarsi atto di guerra e pertanto non punibile a termine di legge”.

(nelle foto la bustina di Baragiotta ed il volantino di rivendicazione dei partigiani)