L’assassinio di Arturo Travaglini soprannominato “Pulaiat”

Una serie di coincidenze……..

Un ragazzo che incontravo spesso in montagna che muore all’improvviso e che gestiva proprio quella latteria.

Il mercatino di domenica in Riva che si svolge in quelle stesse vie.

Un processo che proprio ora cade sotto il mio sguardo.

Ed eccomi là………il 10 marzo 1944, alle ore 17, all’incrocio tra l’odierna via Italia, allora via Umberto, e la piazza San Giovanni Bosco, all’altezza della storica latteria Vella.

Un vigile che casualmente si trovava all’interno di un negozio, sente gli spari e si precipita all’esterno, la pistola nella mano.

Un collega, anche lui casualmente in zona, gli da man forte ed entrambi si lanciano all’inseguimento dei due giovani in bicicletta, che fuggono dentro al portone del Gallo Antico, l’albergo-ristorante che a quel tempo delimitava la piazza, accanto alla chiesa.

Malauguratamente nel cortile interno gli assassini sono già fuggiti, hanno imboccato il vicolo Galeazzo e si sono dileguati.

Il Maresciallo Cavaglià torna sui suoi passi, accanto al ferito riverso sulla strada.

E’ colpito all’addome e ad una tempia, rantola ancora, ma all’arrivo dell’autoambulanza il medico non può che constatarne la morte.

La vittima è Arturo Travaglini di 32 anni.

Era soprannominato “Pulaiat”, perchè da bambino aiutava la mamma a vendere polli al mercato.

Arturo era aggregato al reparto delle SS italiane di stanza a Biella, e come tale svolgeva funzioni investigative in città e nel circondario.

Aveva già subito un attentato, il 31 ottobre dell’anno precedente.

In compagnia del figlio era stato avvicinato da un gappista, di quella prima cellula di attentatori messa su da Pietro Pajetta “Nedo”, e subito sgominata dalla polizia repubblicana.

Una pallottola gli aveva trapassato una guancia, ma Arturo non si era lasciato intimorire.

Raccontava agli inquirenti che lui non aveva paura, si era armato ed attendeva i suoi assassini.

Quel giorno i fratelli Biscotti lo colsero di sorpresa.

Lo chiamarono per nome all’uscita del Gallo Antico e gli scaricarono addosso le loro pistole.

Un elenco preciso ci riporta la descrizione di quanto trovato nelle sue tasche :

del denaro contante, le due pistole fornite dal comando tedesco,……….ed una lettera minatoria, farcita di croci, che Arturo con sprezzo aveva voluto conservare.

Il corpo è ancora là rantolante in un lago di sangue……..

poco dopo lo seguiranno entrambi i suoi assassini.