La villa e la sua storia

Da tempo cercavo questa casa.
La descrizione nel fascicolo era particolareggiata, ma non tanto da individuarne la collocazione, poiché l’indirizzo era cambiato e la via aveva assunto un altra denominazione.
Ieri quindi mi aggiravo per le vie del paese, il comune aveva chiuso anticipatamente i battenti e non restava che vagabondare in cerca di informazioni.
Nei pressi di una fontana sostano due uomini di mezza età, li avvicino e attacco discorso sulla storia del paese.
Inizialmente sembrano non conoscere quella storia crudele, ma poco alla volta affiorano sopiti ricordi tramandati dai loro genitori, ed ecco che la villa mi viene indicata, a poca distanza da quel luogo.
E quando vi sono di fronte la storia si anima come vissuta.
La notte, decine di armati che bussano a quella porticina, l’intero giardino è pieno di quelle ombre vocianti.
Penetrano nell’atrio e afferrano zia e nipote ai piedi di quello scalone.
La zia osserva la bambina con occhi sgranati come per avvertirla di un imminente reazione e difatti all’improvviso si divincola e colpisce uno dei suoi aggressori.
La bimba come un furetto scappa alla presa e risale la scala rifugiandosi dalla madre, che si è già armata e si difende dal piano di sopra.
Giunge a quel punto il grido straziante della zia che in quel momento viene sgozzata a coltellate e poi finita con una raffica di mitra.
La donna e la bambina si difendono allora con la forza della disperazione, la mamma sparando con un fucile e la bambina lanciando giù dalle scale alcune granate “BALILLA”.
Urla di rabbia e di dolore dal basso fino all’arrivo fortunoso dei soccorsi dal vicino presidio repubblicano.
La fuga nella notte, abbandonando la sorella ormai esangue e i ricordi di una vita passata.
Un racconto assordante giunge da quei muri datati.
Ed è una storia finalmente da raccontare.