La tomba del Vescovo Lombardo della Torre

Il sepolcro del Vescovo Lombardo della Torre, spostato nei secoli ben 5 volte ed ogni volta trovato sorprendentemente incorrotto.

Questa mattina mi sono recato in Piazza Duomo per visionare la lapide apposta sulla tomba del Vescovo Lombardo della Torre. Questa fu collocata sulla sepoltura in occasione della 5° ed ultima traslazione e si trova in fondo alla navata di dx, nel corridoio che conduce alla sacrestia, sotto la scala della cantoria. Riporta l’epitaffio del sepolcro trecentesco che si trovava nella ricordata chiesa di Santo Stefano Vecchio.

Lombardo della Torre nacque nel Milanese verso la fine del 1200 e dopo aver intrapreso la carriera religiosa, dopo svariati incarichi, fu nominato nel 1328 Vescovo di Vercelli. Era il tempo delle lotte fra guelfi e ghibellini e nel 1329 fu costretto a fuggire da Vercelli, città ghibellina, e rifugiarsi a Biella, al contrario guelfa. Vi restò esule per 13 anni, fra l’altro facendo riedificare ed ampliare le mura della città, e fu talmente ben voluto dai biellesi che alla sua morte nel 1343 fu sepolto in un sontuoso sarcofago e collocato sull’altare maggiore della demolenda chiesa di Santo Stefano Vecchio.

Il sepolcro di Lombardo della Torre, in Santo Stefano Vecchio, doveva essere bellissimo, e costituiva praticamente l’altare maggiore della chiesa. Una cassa quadrata in pietra, di quasi tre metri, sovrapposta a due mensole e decorata con sei statue gotiche, con scritte incise, e sopra una cornice sempre in pietra con tredici figure e gli stemmi della casata del Vescovo. Sormontava il tutto un’ancona scolpita con una Crocifissione e svariati personaggi in altorilievo. La sola descrizione ce lo fa immaginare come l’opera gotica più artistica della vecchia città.

Nel 1544, dovendo ampliare il coro della chiesa di Santo Stefano Vecchio, si pose il problema di spostare il sepolcro di Lombardo della Torre. Ci sono addirittura due testimonianze scritte che ci descrivono questa laboriosa operazione. Fu chiamato un architetto di Lugano di nome Galina, che mise in opera un marchingegno fatto di corde possenti e carrucole con pali di ferro, per spostare la tomba e le statue nella nuova collocazione. Nonostante più di trecento uomini però l’operazione non riusciva. Allora i canonici guidarono il popolo in processione e poi fecero un piccolo foro nell’urna e da essa uscì una fragranza mirabile per tutta la chiesa ed il sepolcro fu traslato da soli cinquanta uomini senza difficoltà. Ancora più affascinante la seconda descrizione, in base alla quale fu praticato un foro a mo di “fenestrolo” sul retro della tomba. Il corpo del Vescovo fu scorto intonso, disteso con i paramenti indosso, privo solo della punta del naso. Gli furono sollevate le braccia che teneva congiunte sul ventre e queste ritornarono armoniosamente nella loro posizione. Tutti i presenti ne furono ammirati ed il sarcofago traslò allora docilmente.

Siamo rimasti allo spostamento del 1544, ma già in una Visita Pastorale del 1606 il Sarcofago del Vescovo Lombardo della Torre viene rilevato diviso dall’altare e collocato sul muro di fondo del coro dei canonici. Non risulta cronaca scritta di questo spostamento, ma si ritiene che coincidesse con l’ampliamento del coro del 1571. Ma è nel 1718 che a seguito dell’ulteriore ampliamento del coro, la tomba viene nuovamente aperta ed ispezionata. Il corpo viene trovato quasi intatto, disteso su una lastra di pietra, con a fianco il pastorale di legno. Particolare curioso, ai piedi del defunto, fu ritrovato un biglietto manoscritto legato con una corda ad una piccola pietra. Era un curioso scongiuro fatto nel 1544, ed introdotto da una piccola apertura quando non si riusciva a trasportare l’altare con il sarcofago e si pensava che il fatto fosse dovuto a qualche macchinazione diabolica. Purtroppo, in seguito a questa ulteriore riesumazione, il corpo fu riposto in una cassa di legno ed il sarcofago gotico, con tutte le opere d’arte connesse fu distrutto. Una perdita incalcolabile per la nostra città e per la storia locale, ma che allora sembrava evidentemente accettabile.

Ed eccoci all’ultimo capitolo sulle 5 sepolture del Vescovo Lombardo della Torre. Nel 1772 la chiesa di Santo Stefano Vecchio viene abbandonata dal capitolo ed i canonici traslano la salma nella chiesa di Santa Maria Maggiore, l’attuale Duomo di Biella. Viene inumata sotto la cantoria senza alcuna indicazione. Nel 1938, auspice il Conte Vittorio Buratti della Malpenga, la salma fu nuovamente esumata, ricomposta e ricollocata con la lapide pubblicata in precedenza. Ricordo di aver letto che un piccolo museo contenente il pastorale e alcuni frammenti dei vestiti fosse stato allestito all’interno della Torre di Zumaglia, ma in seguito agli eventi bellici se ne siano perse le tracce. L’ostensorio fotografato conteneva alcuni frammenti tolti al cadavere del Vescovo nel 1938.

Nell’articolo illustrato , pubblicato nel 1939 sull’Illustrazione Biellese, si riporta l’esistenza di un reliquiario contenente alcuni frammenti appartenuti al Vescovo Lombardo della Torre che si ritenevano dispersi a seguito degli eventi bellici. Ora invece il reliquiario è presente nell’Archivio di Stato della nostra città, donato dalla famiglia del Prof. Torrione.