La mamma non è morta subito………

Oggi pomeriggio prendo il telefono…….
“Scusi se la disturbo………chiamo da Biella in Piemonte…….è la signora Mirella?”
“Lei non mi conosce, mi chiamo Cavallo, e sto scrivendo un libro sulla guerra civile nel biellese………so che lei da bambina………”
La donna mi risponde immediatamente………una voce garbata, dal forte accento meridionale, ………..ed inizia il racconto della sua tragedia……….lei parla pacatamente…….ed io progressivamente mi commuovo……….rivivo la sua tragedia………attimo per attimo.
“Non ho capito perchè ci hanno fatto questo……….ci hanno fatto uscire di casa…….di notte, al buio………io non pensavo che ci avrebbero fatto del male ………poi uno dei fascisti è riuscito a scappare, lo hanno ferito ma è scappato nel prato………allora ho capito……….ho capito che ci avrebbero uccise.
Ci hanno allineate lungo il muro del cimitero ed hanno sparato………alla mamma e alle mie tre sorelle.
Ma la mamma non è morta subito……..e mi ha urlato nel buio : Mirella prendi Italo, e vai a casa.
E così ho fatto.
Italo era coperto di sangue,……… ma una volta a casa l’ho lavato ed ho scoperto che non era ferito.
Ed abbiamo aspettato la che arrivasse qualcuno…….”

Mirella aveva 7 anni, suo fratello Italo non ancora 4.
La sua mamma e le tre giovani sorelle trucidate nella notte dai partigiani contro il muro del cimitero di Tollegno avevano la sola “colpa” di lavare e rammendare le divise dei fascisti del presidio di Andorno.
Era il marzo 1944.

Vi avevo già raccontato tempo fa dell’orribile delitto perpetrato dai partigiani sul muro del cimitero di Tollegno.
Una madre e le sue tre giovani figlie prelevate di notte dalla loro abitazione e trucidate spietatamente a raffiche di mitra.
Vi avevo riportato le parole della figlia Mirella di 7 anni che assieme al fratello Italo di 3 anni e mezzo era scampata alle raffiche e, coperta di sangue, aveva ricondotto il bambino a casa.
Oggi ho avuto modo di leggere il resoconto dei fatti che fa nel n°12 del 25 marzo 1946 il settimanale dell’ANPI “Baita”, in occasione del processo a Sisto Pialorsi, marito e padre delle vittime, scampato per puro caso alla tragedia.
Pialorsi, persa quasi totalmente la famiglia, si arruolò allora nelle forze repubblicane e tentò di vendicare i suoi cari.
Anche la corte, di fronte alla narrazione della vicenda, inflisse una pena incredibilmente mite per quei tempi feroci, tanto che :
“Il pubblico esprime il suo giudizio in un modo poco benevolo e lascia le aule di giustizia col più sentito malcontento”
Un ultimo ricordo, tratto dalle parole di Mirella, che oggi ha 79 anni :
“Quando fummo davanti al cimitero, un partigiano mi disse : Tu vai a casa! ……….ma io risposi : Non so la strada…………Ma io la sapevo la strada……..”
La bambina aveva capito che stava succedendo qualcosa di terribile e non voleva abbandonare la sua mamma…….