La battaglia di Rassa

Il seguito al prelevamento e all’uccisione di 13 civili da parte dei partigiani il 17-18 febbraio 1944 a Cossato, i reparti fascisti e tedeschi scatenarono un grande rastrellamento a tenaglia sulle montagne sovrastanti.
Dopo brevi combattimenti le formazioni garibaldine fuggirono disordinatamente in Valsesia e, previo benestare del comandante partigiano Moscatelli, si rifugiarono nell’abitato di Rassa, ritenendo la zona sicura ed al riparo da nuove incursioni del nemico.
Il giorno 12 marzo 1944 invece le formazioni nazifasciste risalirono la valle e sbaragliarono i garibaldini, che furono uccisi o dispersi per le montagne tra Valsesia e Biellese.
Si sono fatti negli anni parecchi racconti su questo epico combattimento.
In tutti i resoconti viene stigmatizzato l’eroico sostegno fornito dalla popolazione locale ai reparti partigiani biellesi ivi rifugiatisi.
Oggi ho trovato nell’Archivio di Stato di Vercelli questo documento che sembra dimostrare l’esatto contrario.
La segnalazione della presenza di elementi che si fanno chiamare “partigiani” e delle loro vessazioni nei confronti della popolazione, viene fatta direttamente dal Sindaco del paese al fascistissimo Prefetto Morsero.