IN MORTE DEL PARTIGIANO “ARAMIS”

Lo scorso mese di ottobre è morto il partigiano “ARAMIS”, alias NENELLO MARABELLI di Coggiola.

Aveva 95 anni ed ogni mattina apriva una sorta di museo personale sulla resistenza nella via principale del paese.

Esponeva all’ingresso alcuni tabelloni fotografici ed attendeva pazientemente all’interno i sempre più sporadici visitatori.

Mi era quindi capitato di incontrarlo in quel luogo, di fotografare i cimeli esposti e di ascoltare da lui i sempre più offuscati ricordi della sua esperienza partigiana.

“Aramis” era stato la guardia del corpo dell’odiato comandante “Gemisto”.

Interrogato da me sulla figura del suo comandante aveva detto :

“Gemisto non ha mai ammazzato nessuno …….. (poi una lunga pausa di silenzio) ……che non se lo meritasse!”

Era ormai troppo poco presente ed anziano per porgli le domande che avrei voluto.

“Aramis” era stato uno dei fondatori del “CAMPO MATTEOTTI”, primordiale formazione partigiana che aveva raccolto i giovani di Coggiola organizzandoli sulle montagne.

Dopo una lunga trattativa, all’approssimarsi dell’inverno, la formazione decise però di arrendersi alle truppe fasciste della Tagliamento del colonnello Zuccari, ed in una celebre cerimonia descritta dal Mazzantini svoltasi nella cooperativa di Coggiola, i giovani si consegnarono ai repubblicani e si arruolarono nelle loro file.

Gemisto non perdonò questa disfatta, fece ricercare comandante e vice comandante della formazione e li passò per le armi, così pure per il podestà del paese e per il medico che avevano partecipato alla trattativa.

Anche i singoli partigiani vennero rintracciati e chi non rientrava nelle formazioni comuniste veniva spietatamente eliminato.

“Aramis” fu perdonato e ricollocato accanto al suo persecutore.

Lo seguì fedelmente, arrivando ad idolatrarne le gesta ………… e, a leggere i documenti processuali, non doveva davvero essere cosa agevole.