Anello Poma “Italo”

Anello Poma, nome di battaglia “Italo”, terminò la guerra come Commissario Politico del Comando Zona Biellese, dal quale dipendevano tutte le formazioni partigiane operanti nel territorio.

Aveva cominciato giovanissimo, aderendo al Partito Comunista e poi partecipando nel 1937 alla guerra di Spagna nelle file delle Brigate Internazionali.

Poi la sconfitta, la fuga e l’internamento in Francia, fino a quando, con l’invasione del paese transalpino da parte dei nazisti, deve ritornare in Italia dove il governo fascista lo spedisce al confino nell’isola di Ventotene.

Lì, in un luogo quasi di villeggiatura, incontra un migliaio di confinati tra cui Sandro Pertini, Ernesto Rossi, Altiero Spinelli,Umberto Terracini e il gruppo dirigente del PCI in Italia.

La colonia di Ventotene è dotata di una ricca biblioteca e di studiosi di rango.

Eugenio Curiel tiene lezioni di filosofia, c’è chi tiene lezioni di economia, di storia e di letteratura.

Poma stesso tiene un corso sul marxismo.

Ovviamente anche lì c’è chi tiene lezioni di tecnica militare e di guerriglia.

I confinati possono passeggiare, autogestiscono una mensa, qualcuno svolge piccoli lavoretti ed il morale è alto.

Conosce Vinca Berti che sposerà con matrimonio partigiano durante la guerra.

Dopo l’8 settembre viene liberato e giunge a Biella per organizzare la resistenza armata.

Al 24 aprile lo troviamo al ponte di Chiavazza in attesa degli ufficiali del “Montebello” di Cossato che sono stati convinti a trattare la resa.

Della missione fanno parte alcuni ufficiali del reparto, esponenti partigiani e Don Leandro Sangiorgio cappellano del reparto fascista, insieme a Don Rizzollo religioso filo partigiano.

Anello Poma sottoscrive la resa e ne garantisce le clausole a nome del Comando Garibaldino.

Gli ufficiali tornano a Cossato e la sera del 24 aprile tutto il reparto si arrende di fronte ad un picchetto di partigiani che presentano le armi in segno di rispetto.

Nei giorni successivi 11 militi, tra i quali il cappellano Sangiorgio, verranno fucilati a Sordevolo e 7 a Coggiola in dispregio agli accordi precedentemente sottoscritti.